«Era entrato in casa nostra solo qualche giorno prima. Ce lo siamo trovati davanti, a notte fonda, dopo che aveva spaccato una finestra. Per diverse notti non siamo riusciti più a dormire». A parlare una residente della zona di via Cortonese, ancora sconvolta. La notizia della morte del tunisino 34enne nella notte tra il 29 e 30 aprile mentre cercava di scappare dalla finestrella di un market cinese in via Curtatone e Montanara dopo essere stato scoperto mentre tentava un furto, l’ha sconvolta.
Non solo perché la notizia della morte di una persona è sempre un qualcosa di brutto, anche in queste circostanze, ma perché la donna ha avuto conferma di come la vittima fosse lo stesso giovane che qualche notte prima aveva tentato di entrare nell’appartamento in cui vive assieme a compagno e figli. «Non abbiamo ben capito cosa cercasse - continua la donna - ma è stata un’esperienza sicuramente sconvolgente. E non si può non pensare come, se magari fossero stati presi altri provvedimenti, magari quell’uomo sarebbe ancora vivo».
Il riferimento è abbastanza evidente, raccontato proprio dalla cronaca di quanto accaduto: l’uomo è risultato infatti essere clandestino ma anche con precedenti penali ed è evidente come dopo quell’irruzione nell’appartamento fosse stato immediatamente rimesso in libertà al punto da andare in pochi giorni a tentare il furto in un negozio. Il destino purtroppo ha però voluto come all’interno dell’attività commerciale (un negozio di generi alimentari gestito da cinesi) ci fosse la titolare che stava ultimando operazioni di inventario e che dunque ha sorpreso il 34enne mentre cercava di manomettere il registratore di cassa per portare via quanto si trovava all’interno.
Soldi per campare, chiaramente. Ma anche e soprattutto per acquistare la dose o le dosi di cui aveva bisogno. La strada racconta infatti come il 34enne rimasto vittima dello schiacciamento del torace mentre tentava di uscire da una finestrelle fosse schiavo della droga. «Quella notte che è entrato nel nostro appartamento non sembrava molto lucido - dice ancora la donna -. Non ci è stato ben chiaro cosa effettivamente cercasse, o se magari pensasse di essere da qualche parte invece che da un’altra, ma non possiamo escludere cercasse qualche soldo o qualche oggetto da portare via». Non è da escludere anche come, tra l’irruzione nell’appartamento e quella nel negozio, l’uomo possa aver tentato anche qualche altro furto.
Di certo c’è che la Procura (del caso si occupa il procuratore aggiunto, Giuseppe Petrazzini) non ha rilevato necessario svolgere l’esame autoptico.