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MANTOVA - Una volta dicevi Maserati e il pensiero correva alle mitiche sfide con le Ferrari sulle piste di tutto il mondo. Erano i tempi eroici dell’automobilismo, quello dei caschetti in pelle, degli occhialoni, le strade polverose e il rombo di motori che faceva il verso a quello degli aerei. Da molto tempo non è più così: la Maserati – è storia conosciuta – è stata la prima casa produttrice di auto sportive a presentare una berlina quattro porte ad alte prestazioni (era il 1963) e oggi è una delle eccellenze del Made in Italy in grado di esibire la gamma più completa della propria storia: appena aggiornata con i Model Year 2019, è composta da Quattroporte, Ghibli, GranTurismo, GranCabrio e Levante. Quest’ultima – un Suv di ragguardevoli dimensioni (5 metri di lunghezza, 3 di passo, larga 1,97, alta 1,68) è l’auto più giovane del lotto.
E, a dire il vero, anche la più sorprendente. Almeno questa è l’impressione che abbiamo ricavato guidandola nel Maserati Tribute, l’evento parallelo al GP Nuvolari riservato a vetture recenti del Tridente, al quale abbiamo avuto la possibilità di partecipare al volante di un esemplare messo a disposizione dalla Samocar di Vincenzo Malagò, illustre veterano dei concessionari italiani.
Nonostante la mole (2184 Kg), il super Suv del Tridente si è comportato come un’autentica sportiva. Spinto dal poderoso V6 3,0 litri benzina da 430 cv (prodotto a Maranello dai cugini della Ferrari) abbinato al cambio automatico a 8 marce e alla trazione integrale, ci ha regalato sensazioni insospettabili: sterzo diretto e sincero, rollio e beccheggio quasi annullati, gran tenuta in curva, agilità nei cambi di direzione, capacità di reazioni immediate, frenata poderosa e, particolare non trascurabile, sistemi di assistenza efficaci ma non invasivi. Se a tutto ciò aggiungete l’estasi provocata dal rombo del V6 e dalle cambiate fulminanti tramite i paddles al volante, avrete chiaro il quado di un Suv sportivo ad alta capacità emozionale.
Attenzione, però. Tutto ciò è riscontrabile a una precisa condizione: schiacciare il tasto Sport che “sistema” elettronicamente tutti i parametri. Se invece si preferisce viaggiare placidamente in autostrada o in città, l’impostazione Normal è ciò che serve: il cambio sale automaticamente fino all’8a marcia, riducendo la rumorosità e contribuendo a tenere sotto controllo i consumi; l’auto si solleva dal suolo e le sospensioni diventano più soffici, a meno che non si schiacci il tasto che le irrigidisce e abbassa la vettura (opzione possibile anche senza passare in modalità Sport). Per il resto, il Model Year 2019 della Levante è stato aggiornato in alcuni dettagli che hanno interessato i fari (full led adattivi), gli interni in pelle pieno fiore, la gamma colori, i cerchi in lega e, soprattutto, la leva del cambio automatico, ora a corsa corta e con funzionalità migliorata.
La Levante dispone (come Ghibli e Quattroporte) anche dell’impianto di infotainment Touch Control Plus con touchscreen da 8,4 pollici e doppio selettore rotativo, grafica e sistema multimediale aggiornati, così come il sistema di climatizzazione.
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