Gabriele Mini dopo i rookie test di FE a Berlino con la Nissan: «Per niente facili, devi essere perfetto ad ogni frenata»
FE, Shwartzmann (Ds) "vola" nei Rookie Test di Berlino. Mini (Nissan) chiude con il nono crono
Da Costa (Porsche) trionfa in gara-2 a Berlino davanti a Cassidy (Jaguar) e Rowland (Nissan)
LE MANS – Unico costruttore al mondo, almeno sulla base delle convinzioni di Lucian Gheorghe, Ux Innovation Senior Manager, Nissan studia e applica le neuroscienze per migliorare le capacità di guida dei propri piloti in Formula E. Il programma “Brain to Performance” che coinvolge anche il pilota e collaudatore veneto di Nissan Luca Ghiotto verrà esteso anche alle altre serie del motorsport in cui è impegnato il costruttore giapponese. In futuro potrebbe trovare una applicazione pratica anche fra i gli automobilisti, per aumentare la sicurezza della strada. Gheorghe esclude che la stimolazione elettrica si possa configurare doping. E che egli la applichi in campo militare: «Mi avevano chiesto di preparare i piloti dei caccia, ma mi sono rifiutato, non lo accetterò mai», taglia corto severo a Le Mans, il circuito presso il quale il costruttore ufficializza gli studi e ne rivela in parte i risultati.
Varato alla fine della stagione 7 del mondiale elettrico, il programma è scattato in quella successiva. Lo studio ha coinvolto due gruppi dei quali facevano parte anche piloti non professionisti, oltre a quelli sotto contratto con Nissan. Prima di esercitarsi al simulatore, un gruppo veniva sottoposto a una serie di elettrostimolazioni al cervello per alcuni minuti. I componenti di questo gruppo hanno dimostrato di apprendere le caratteristiche del circuito il 50% più velocemente di quelli dell'altro. I piloti professionisti non hanno preso parte a questo test perché i tempi delle elettrostimolazioni erano superiori a quelli della loro rapidità di apprendimento.
A interessare e sorprendere sono però i risultati successivi, sempre sulla base delle ricerche eseguite presso la University of Essex e al Biotech Campus di Ginevra. I piloti sottoposti alle elettrostimolazioni hanno dimostrato un miglioramento del controllo del veicolo del 50% più veloce rispetto agli altri. E a distanza di una settimana è stata rilevata anche la loro incrementata capacità (+22%) di conservare le abilità maturate. Nei piloti di Formula E sono state individuate anche «capacità visuo-motorie più elevate, maggiore coordinazione cerebrale e maggiore consapevolezza dello stato biologico».
«Sapevamo che questa tecnologia neuro-stimolante aveva un grande potenziale per contribuire a migliorare le prestazioni in pista dei piloti del Nissan Formula E Team – ammette Gheorghe - La nostra ricerca condotta durante le stagioni 7 e 8 ha dimostrato che le capacità delle persone di apprendere e conservare la conoscenza erano notevolmente migliorate. I protocolli di allenamento sviluppati insieme a Plato Science e Wave Neuro lo hanno ulteriormente confermato, con miglioramenti nelle funzioni cognitive dei conducenti». «Riteniamo – conclude - che questa tecnologia potrebbe fornire un vantaggio sostanziale ben oltre il mondo degli sport motoristici». Nissan sta lavorando anche a un “casco” che agevola il rilassamento e facilita il riposo, fondamentale per la concentrazione dei piloti. Un “prototipo” viene regolarmente impiegato da Luca Ghiotto.
L'accostamento al doping viene escluso da Gheorghe: l'elettrostimolazione non è dannosa alla salute e non fa ricorso a sostanza medicinali, naturali o sintetiche per migliorare le prestazioni, ma predispone la mente a perseguirle. Una sorta di yoga, che anziché alla salvezza spirituale porta alla sicurezza stradale.
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