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Primi giorni dell’anno tempo di classifiche. Primati a colpi di numeri che fanno grandi i titoli. Il mondo dell’auto non fa eccezione. Prendiamo l’auto elettrica, negli ultimi anni ha avuto un’unica leadership: la Tesla di Elon Musk. In California il contatore delle vendite ha girato e girato fino a fermarsi poco sopra le 1,8 milioni di unità vendute nel 2023. Record, crescita del 38% rispetto al 2022 e testa della classifica. A Fremont, 45 minuti a sud di San Francisco, il sonno però è meno tranquillo del solito: ci sono le accuse del Wall Street Journal (per il quotidiano americano Musk farebbe uso di diverse droghe), i richiami a milioni di vetture e il rischio di perdere il primo posto visto che i principali rivali, i cinesi di BYD (“Build Your Dreams”), sono molto vicini, con quasi 1,6 milioni di elettriche vendute lo scorso anno. Il sorpasso d’altronde è stato già avviato nell’ultimo trimestre: 525.409 BYD contro le 484.507 Tesla. E i giochi per questo 2024 appena iniziato sembrano già fatti.
Numeri a parte, i mondi di Tesla e BYD sono così lontani che neppure una navicella di SpaceX potrebbe renderli più vicini. Da una parte il sogno americano di Musk e le sue grandi contraddizioni, amato e odiato, timido al limite della balbuzie ma eccessivo e logorroico quando c’è da andare contro. Prendere o lasciare. Dall’altra c’è Wang Chuanfu, giacca e cravatta d’ordinanza rigorosamente blu, sconosciuto al mondo intero (o quasi), nato in una delle infinite e povere campagne cinesi (per la precisione nella provincia di Anhui) ma con in tasca una laurea in chimica che, in un mondo dove senza batterie non si muove nulla, è il biglietto vincente alla lotteria del futuro. Due uomini, due aziende e due luoghi che valgono più di una semplice latitudine: la soleggiata California contro la nebbiosa e inquinata Shenzhen. Fantasia e creatività senza regole prefissate da una parte, concretezza e tanto lavoro a testa bassa dall’altra. In comune l’età: entrambe giovanissime con il 2003 alla voce data di nascita del passaporto (BYD è stata fondata nel 1995 come produttore di batterie ma solo nel 2003 diventa costruttore di auto).
Chi non ha avuto dubbi su dove scommettere è Warren Buffet, conosciuto come “oracolo di Omaha” e considerato negli Stati Uniti un autentico “mago” della Borsa: il manager ultranovantenne è famoso per non aver sbagliato un colpo e in tempi non sospetti (2008) ha investito in BYD poco meno di 240 milioni di dollari, senza degnare Musk di un solo centesimo.
Il risultato vale la sua fama: alla fine del primo trimestre la partecipazione di Buffet in BYD valeva oltre 9 miliardi di dollari. Fa niente se poi negli ultimi mesi ha deciso di monetizzare diluendo la quota nell’azienda cinese, il suo è il cavallo vincente. A dirlo sono ancora i numeri: BYD ha chiuso il 2023 con oltre 3 milioni di unità vendute, considerando anche le ibride plug-in è il maggior costruttore al mondo di veicoli a nuova energia (NEV per gli addetti ai lavori). Un anno appena concluso che l’ha portata ad entrare nella classifica dei 10 principali produttori al mondo di auto. E a guardare con molto interesse all’Europa: nuovo stabilimento a Szeged in Ungheria, 230 concessionarie aperte in 19 Paesi (l’ultimo solo in ordine di tempo inaugurato lo scorso novembre a Milano in piazza Duomo) e 5 modelli in vendita – berline, hatchback e suv - nei segmenti C, D ed E, con altri 3 previsti entro fine 2024. Numeri da predestinata, parola di oracolo.
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