Felipe Massa, a bordo della sua Venturi

Per me è una nuova sfida, sono eccitato. Ho già guidato a Ad Diriyah e ho battuto un rapace

di Felipe Massa
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Devo ammettere che sono molto curioso, eccitato e anche un po’ emozionato. A 37 anni compiuti e dopo una lunga carriera partita da giovanissimo con i kart, proseguita in altre categorie e conclusa in F1, mi trovo ad affrontare una nuova avventura, un sfida anche con me stesso. Spero veramente di iniziare bene, sono contento.
Quello della Formula E è un campionato in continua crescita. Siamo soltanto alla quinta stagione ma ha già conquistato tanti tifosi. È bello far parte di questo e credo che sulla scia della mia presenza probabilmente arriveranno anche altri piloti importanti.

Questo sarà il weekend della mia prima gara. Mi sento notevolmente motivato. Voglio capire subito come mi potrò inserire nella sfida e quanto sarà competitiva la Venturi, la mia squadra che mi ha accolto con grande entusiasmo. Certo, avrò tante cose nuove da imparare. Un’esperienza diversa, ma si tratta pur sempre di tornare a correre con una monoposto, di effettuare delle prove, di fare le qualificazioni e disputare gare cercando di dare sempre il massimo.

È chiaro che la competenza acquisita e il mio stesso passato mi danno più tranquillità nei giorni dell’esordio. Posso pensare ed agire nel modo giusto. Nello stesso tempo, è un debutto importante per me, visto anche che ho un contratto di tre anni con il mio team. Quindi devo fare bene, anche perché lo stile di guida e quasi tutta la strategia nell’uso delle batterie non è semplicissima a questo livello. Devi vedere se hai appreso nel modo migliore tutte le azioni da compiere, in qualche punto può essere già pronto, però quasi certamente hai ancora qualcosa da migliorare. C’è tutto da vedere.

Per fortuna, prima dell’inizio del campionato ho avuto la possibilità di effettuare diversi test. Non soltanto quelli collettivi che abbiamo fatto a Valencia dove comunque sono rimasto soddisfatto, anche perché era la prima volta che giravo con tutti i rivali. Sono state importanti anche le prove private, perché sono sempre riuscito a migliorare, un poco alla volta. Ho studiato la gestione delle gomme e della potenza, come lo stile di guida necessario per queste vetture. Penso di essere sulla strada giusta. Purtroppo tutte le piste nelle quali abbiamo girato erano uguali a quelle che ci vedranno correre in campionato. Quindi è venuto il momento adesso per comprendere in quale posizione ti puoi situare.

A dire il vero ho avuto modo di guidare con una monoposto di quest’anno per le strade di Ad Diriyah, ma il circuito non era ancora pronto per cui è stato difficile farsi un’idea esatta del tracciato. Mi sento abbastanza a mio agio nei tracciati cittadini. Avevo vinto a Valencia con la Ferrari nell’autunno 2008 e avrei potuto farlo anche prima a Montecarlo se non fossi stato sfortunato con l’ingresso in pista della safety car che aveva favorito la strategia di Hamilton.

Per promuovere l’evento ho anche preso parte a una sfida di velocità con un falco pellegrino che viene considerato, quando scende in picchiata, l’animale più rapido del mondo, perché dicono che un esemplare adulto può arrivare anche a 390 chilometri orari. È stato molto divertente. Ci siamo piazzati su una strada in mezzo al deserto. Quanto gli hanno tolto il cappuccio ci siamo guardati negli occhi... Io lo osservavo, lui mi fissava, era un po’ strano ma simpatico. Poi un’esca è stata legata al telaio della mia macchina e siamo scattati insieme: io ho spinto al massimo sull’acceleratore e devo dire che i motori elettrici hanno una spinta straordinaria, lui è stato liberato ma non è riuscito ad avvicinarsi abbastanza. Ho vinto...

Tornando alla corsa, in questi mesi ho avuto modo di incontrare molti piloti fra quelli che saranno i miei avversari. Alcuni di loro sono protagonisti del campionato di Formula E sin dalla prima stagione. Ho parlato con quelli che già conoscevo, mi hanno dato il benvenuto, dimostrandosi molto amichevoli. Ho avuto l’impressione che l’atmosfera in questo ambiente sia più rilassata che non in Formula 1. Alla fine è vero che tutti vogliano vincere o stare davanti ai rivali, anche a me ovviamente. Non ho mai avuto problemi con i colleghi in passato ma la mentalità e il comportamento erano diversi, non era sempre facile avere amici. Ho chiesto informazioni sulla macchina, sulla tecnologia, forse non mi hanno detto tutto, però ho avvertito un po’ più di attenzione. Questo mi è piaciuto molto.

Essendo un esordiente penso che avrò qualche problema in più di adattamento ma forse ho anche un piccolo vantaggio perché le macchine sono completamente nuove e un po’ diverse, non c’è più il cambio di monoposto a metà gara e le regole sull’utilizzo della potenza massima sono state modificate. Ovviamente non vedo l’ora di correre a Roma, perché è una città bellissima. Poi per ritrovare tutti i miei tifosi, quelli che ricordano il mio passato alla Ferrari. E poi sono per metà italiano, quindi aspetto con ansia quei giorni per risentire il calore e l’affetto che mi sono stati sempre tributati. Roma mi farà ringiovanire.
 

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Mercoledì 2 Gennaio 2019 - Ultimo aggiornamento: 04-01-2019 15:14 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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