ELMS, Lamborghini e Iron Lynx vittoria con titolo a Portimão che vale l'invito alla 24 Ore di Le Mans
Lamborghini protagonista con la sua storia a Bologna espone Miura e Diablo
Mirko Bortolotti e la vittoria nel Dtm: «È il campionato che sognavo. Lamborghini Huracan Gt3 Evo2 è la mia “piccola diva”»
F80, la supercar Ferrari. Quarant’anni dopo il primo modello della serie top arriva un nuovo capolavoro
Ferrari supercar, storia di una razza purosangue: dalla GTO ai nostri giorni, 40 anni di emozioni
Ferrari F80, la nuova supercar da 3,6 milioni ha 1200 cavalli e motore V6 turbo ibrido
È qui la festa? Il colpo d’occhio è da lasciare senza fiato: da un lato le nuove Lamborghini Revuelto e dall’altro le supercar più iconiche realizzate a Sant’Agata Bolognese tutte rigorosamente spinte dal motore 12 cilindri. Countach, Diablo, Murcielago e la più recente Aventador SVJ a fare da scorta alla nuova arrivata del Toro. Quella che stiamo per affrontare non è una semplice prova, ma un vero e proprio viaggio nella storia Lamborghini. Largo al nuovo che avanza. La Revuelto, definita High Performance Electrified Vehicle (HPEV), è una hypercar ibrida con il V12 da 6.5 litri e 825 cv abbinato a 3 motori elettrici da 110 kW ciascuno. Due sono sull’asse anteriore, per rendere la vettura a trazione integrale, e uno posteriore alloggiato tra il propulsore e il cambio doppia frizione a 8 rapporti. In totale disponiamo di ben 1.015 cv in grado di bruciare lo 0-100 km/h in 2,5 secondi e raggiungere una velocità massima superiore ai 350 km/h.
Possente quanto aggressiva, la Revuelto sembra sia cesellata dal vento. Pur essendo evidente il legame con la storia e le proporzioni Lamborghini, la nuova nata adotta un inedito linguaggio stilistico e nuovi elementi grafici come i fari e le luci posteriori a Y e i doppi terminali di scarico esagonali in coda. Aprendo le porte a forbice, al suo interno troviamo un tripudio di carbonio e alcantara. La seduta è perfetta perché tutto è incentrato su chi guida: dal volante con i 4 selettori, per regolare la vettura, al quadro strumenti da 12,3”. Non manca il touch screen da 8,4” per l’infotainment, al centro della plancia, mentre il passeggero può sentirsi parte integrante dell’esperienza attraverso un display da 9,1”. All’accensione, tramite il tasto celato dello sportellino rosso di derivazione aeronautica, non si sente il ruggito del V12. Infatti in modalità Città la Revuelto usa solamente i motori elettrici, garantendo 10 km di autonomia e una potenza di 180 cv, grazie alla batteria da 3,8 kWh che può essere ricaricata in mezz’ora in corrente alternata o in 6 minuti tramite la frenata rigenerativa.
Usciti dal centro abitato attiviamo la modalità Strada, al tocco dell’acceleratore il V12 si risveglia con la sua voce rauca. Pur disponendo di ben 886 cv, la Revuelto impressiona per la sua facilità di guida: reattiva e agile affronta i tornanti dell’appenino emiliano con disinvoltura grazie alle ruote posteriori sterzanti. Sportiva ma anche confortevole, in men che non si dica siamo già alle porte di Ravenna. Alziamo ulteriormente l’asticella selezionando la modalità Sport. Con 907 cv la guida è sempre più coinvolgente. A darci fiducia sono le sospensioni attive a quadrilatero, regolate elettricamente, e l’impianto frenante carboceramico derivato dalla pista. Arrivati sulle sponde del fiume Reno ad attenderci c’è il traghetto Sant’Alberto. Fondamentale il comando “lift” per sollevare l’anteriore della vettura e facilitare la salita sulla barca. Nonostante i suoi quasi 5 metri di lunghezza, all’occorrenza la Revuelto sa essere facile da guidare quanto una citycar.
Sbarcati nelle Valli di Comacchio è ora di scatenare tutta la potenza del V12 con la modalità Sport. Il rombo della Revuelto riecheggia nel silenzio della natura, l’elettronica irrigidisce ulteriormente l’assetto che diventa affilato e preciso così come le cambiate fulminee. Ci godiamo gli ultimi istanti attraversando l’affascinante ponte di barche che ci porta a Goro, sulla foce del Po, prima di lasciare la Revuelto. È ora di fare un tuffo nel passato sedendosi al volante della Diablo VT 6.0 SE. Il cambio ad H ci fa capire che siamo al cospetto dell’ultima Lamborghini analogica.
Girando la chiave si sente l’urlo del V12 6 litri da 550 cv che scarica la potenza sulle 4 ruote. Il suono metallico del cambio manuale ci riporta al passato così come la sensazione di guida così ruvida ma, al contempo, appagante.
Si passa alla Murcielago 650-4 Roadster, l’unica vettura scoperta del test, realizzata in sole 50 unità nella tinta bicolore grigio-arancio. L’assenza del tetto permette ai 650 cv del 12 cilindri 6,5 litri di entrare nell’abitacolo incrementando il piacere di guida. La pioggia ci costringe a lasciare presto la Murcielago in favore della Countach 25° anniversario, l’ultimo esemplare a varcare le soglie della fabbrica il 4 luglio 1990. Seppur le condizioni non siano l’ideale per la guida, non si può restare ammaliati dalla supercar spinta dal 12 cilindri da 5 litri e 450 cv. Cessata la pioggia è il momento di assaporare appieno l’essenza della storia Lamborghini. Spetta a noi l’onore di portarla a Ferrara: tra gli sguardi incuriosirti della folla, è la Countach la vera protagonista quando arriviamo dinnanzi al Castello Estense. Non poteva esserci salto temporale più ampio salendo a bordo della Aventador SVJ che, con il suo generoso alettone, sembra direttamente uscita dalla pista. L’esuberante V12 da 6,5 litri, portato a 770 cv, ci accompagna, così, nel migliore dei modi alla conclusione della nostra giornata all’insegna della storia Lamborghini.