L'hypercar Cadillac

WEC: nuovo BoP per la Lone Star Le Mans, ad Austin penalizzate Cadillac e Porsche

di Michele Montesano
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AUSTIN – In vista della Lone Star Le Mans, sesto appuntamento stagionale del FIA WEC in programma sul circuito del COTA, ACO e FIA hanno ufficializzato il nuovo Balance of Performance, lo strumento di regolazione che punta a livellare le prestazioni tra i vari costruttori. Le modifiche, rispetto alla 6 Ore di San Paolo, non sono poche e, come spesso accade, fanno già discutere. A pagare dazio saranno soprattutto Cadillac e Porsche, reduci da risultati importanti in Brasile, con un BoP che mira a contenere il loro potenziale sul tracciato texano.

Partendo dalle Hypercar, Ferrari e Toyota restano le vetture più pesanti della categoria, con 1.069 kg sulla bilancia. Le 499P dovranno gestire 480 kW di potenza, a cui si aggiunge un incremento del 4,8% oltre i 250 km/h, ma saranno limitate da un’energia per stint di appena 890 MJ, il più basso del lotto. Toyota, pur mantenendo lo stesso peso delle Ferrari, potrà contare su una potenza di 484 kW e di un guadagno di potenza del 7,4%, oltre la soglia dei 250 km/h, e 901 MJ di energia per stint a disposizione. Una differenza che, soprattutto sui rettilinei del COTA, potrebbe fare la differenza.

In netto contrasto, le Aston Martin Valkyrie e le Peugeot 9X8 che si presentano con un peso sensibilmente inferiore, 1.030 kg, che le rende le Hypercar più leggere al via. Le vetture di Gaydon potranno sfruttare tutta la potenza disponibile, 520 kW, senza penalizzazioni nemmeno oltre i 250 km/h beneficiando, inoltre, di 918 MJ per stint, un valore molto competitivo. Diverso il discorso per Peugeot, che pur disponendo della stessa potenza massima delle Valkyrie vedrà un calo del 7,3% in velocità e potrà contare solo su un’energia per stint di 895 MJ.

Sul fronte LMDh si concentrano invece le novità più significative. Cadillac, che a San Paolo ha firmato una convincente doppietta, vedrà salire il peso fino a 1.059 kg e dovrà fare i conti con una potenza di 511 kW, ridotta dello 0,8% sopra i 250 km/h. Non va meglio a Porsche, che raggiunge i 1.065 kg e subisce un taglio dell’energia per stint, ora fissata a 901 MJ. In compenso le 963 LMDh disporranno di una potenza di 488 kW e di un piccolo bonus oltre i 250 km/h, pari al 2,5%, che potrebbe aiutarla nelle fasi più veloci del giro.

Gli altri costruttori LMDh si collocano in una posizione intermedia. Alpine porterà in pista le A424 con 1.052 kg e 506 kW di potenza, ma con un calo del 4,5% sopra i 250 km/h, e un’energia per stint di 890 MJ, non molto dissimile da quella Ferrari. BMW, infine, si presenta al via con un peso di 1.056 kg con 497 kW e un guadagno dell’1% oltre la soglia dei 250 km/h, accompagnati da 899 MJ di energia per stint. Per le vetture di Monaco potrebbe essere un compromesso interessante su un tracciato tecnico come quello di Austin.

Anche la classe LMGT3 non è rimasta immune dalle variazioni del BoP. La Lexus RC F GT3 mantiene invariato il peso di 1.354 kg, mentre la BMW M4 GT3 riceve un importante alleggerimento di 26 kg, scendendo a 1.332 kg e diventando così, insieme alla Porsche 911 GT3 R, la più leggera del gruppo. Le Mercedes AMG GT3 si stabilizzano a 1.333 kg, le Ford Mustang GT3 a 1.334 kg, appena sopra la Corvette Z06 GT3.R fissata a 1.355 kg. Diversa la situazione per l’Aston Martin Vantage GT3, che invece vede aumentare la massa fino a 1.334 kg. McLaren si ferma a 1.339 kg, mentre le Ferrari 296 GT3 restano, come Lexus, a quota 1.354 kg.

Il quadro è completato dal Success Handicap, che aggiunge zavorre ulteriori in base ai risultati e alla classifica. La Porsche leader del campionato condotta da Riccardo Pera, Richard Lietz e Ryan Hardwick dovrà caricare 36 kg supplementari, mentre la Ferrari di Rovera, Mann e Heriau si fermerà a 24 kg di zavorra. A quota 18 kg troviamo sia la Lexus di Hawksworth, Schmid e Umbrarescu, sia la Corvette di Andrade, Eastwood e Van Rompuy. Più lieve il peso extra per l’altra Corvette e per l’Aston Martin del Racing Spirit of Léman, entrambe con 6 kg aggiuntivi.

Il BoP di Austin si presenta dunque come un equilibrio complesso, che cerca di bilanciare le forze in campo senza spegnere la competitività. Penalizzazioni mirate a chi ha brillato a San Paolo e alleggerimenti per chi ha faticato potrebbero rimescolare le carte, in una stagione che fino a questo momento ha mostrato un livello di equilibrio e incertezza mai così marcato. Sul Circuit of the Americas, tra rettilinei veloci e curve tecniche, sarà il comportamento delle diverse filosofie costruttive a dire la verità definitiva sul valore di questo nuovo BoP.

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venerdì 5 settembre 2025 - Ultimo aggiornamento: 11:19 | © RIPRODUZIONE RISERVATA