Dacia, podio sempre più vicino per i Sandriders alla Dakar2025. Quarta posizione all'inizio dell'ultima settimana di gara
Dakar 2025, riscatto Lategan (Toyota), vince la tappa e allunga sui rivali. Primo podio per la Century, terza con Serradori
Dakar 2025, Moraes (Toyota) vince la tappa davanti a due Ford. Al Rajhi a soli 21'' da Lategan nella generale
PARIGI – Sempre più dura. La Dakar, che per la sesta volta si corre in Arabia Saudita dove ha traslocato nel 2020 dopo gli anni in Sud America, scatta il 3 dicembre da Bisha, nella parte occidentale del paese, e si conclude dopo un prologo e 12 tappe il 17 a Shubaytah, in quella orientale, ai confini con gli Emirati Arabi Uniti. Inclusi i trasferimenti, il tracciato è di circa 7.700 chilometri, grosso modo quelli della scorsa edizione, ma quelli a cronometro sono alcune centinaia in più: dai poco più di 4.700 del 2024 ai 5.100 del 2025.
L'itinerario è stato ufficializzato a Parigi del direttore delle operazioni, David Castera. Sono state confermate sia la prova maratona di 48 ore sia l'insidioso attraversamento di uno dei più estesi deserti sabbiosi al mondo (650.000 kmq), il Rub' al Khali, più noto come Empty Quarter, la quarta dimensione (vuota) dopo quelle di cielo, terra e acqua. Dal punto di vista ambientale e climatico si tratta di una sfida estrema. Tra le novità di questa edizione c'è il tracciato differenziato tra moto (Fim) e auto e truck (Fia), che differisce per il 45% delle cronometrate. Una difficoltà in più, per tutti, anche per i soccorritori.
Il solo riposo è in programma fra la 5 e la sesta tappa, il 10 gennaio, a Hail, oltre 600 chilometri a nord della capitale Riad. Fra i partenti ci sono i vincitori dell'ultima edizione: il centauro del Botswana Ross Branch, sempre in sella all'indiana Hero, lo spagnolo Carlos Sainz, al volante di un Ford Raptor della M-Sport anziché dell'Audi con la quale si era imposto lo scorso gennaio, e il ceco Martin Macik con un Iveco Powerstar della Mm Technology fra i Truck, classe nella quale debutta come co-pilota di uno degli equipaggi della ItalTrans Danilo Petrucci.
Gli avversari di Sainz saranno gli stessi di sempre, inclusi il pilota in attività con il maggior numero di Dakar vinte in auto, ossia il principe del Qatar Nasser Al-Attiyah, al volante di una Dacia Sandrider, Sèbastien Loeb, con lo stesso dune buggy preparato dalla Prodrive e “adottato” dal costruttore rumeno del gruppo Renault, Guillaume De Mévius, secondo nel 2024 con la Toyota e al via con l'aggiornata Mini Jcw, Guerlain Chicherit, reduce dal quarto posto di quest'anno e anch'egli passato dal veicolo giapponese a quello “tedesco”, e Lucas Moraes e Seth Quintero, i piloti sui quali ha puntato il Toyota Gazoo Racing che ha il manager italiano Andrea Carlucci come Team Principal. Naturalmente non mancano gli outsider, che sono tanti, a cominciare dal campione di casa Yazeed Al Rajhi (Team Overdrive, con l'Hilux di Toyota), molto sfortunato nell'ultima edizione della Dakar, per proseguire con Mathieu Serradori (con il Cr7 della Century), decimo nel 2024.
Complessivamente saranno al via oltre 130 moto, quasi 160 auto e una ventina di trucks ai quali vanno sommati i 76 equipaggi della Dakar Classic (archiviata in gennaio con due equipaggi italiani sul podio finale: Lorenzo Traglio e Rudy Briani secondi e in gara anche nel 2025 e Paolo Bedeschi e Daniele Bottallo terzi, ma soltanto quest'ultimo è di nuovo ai nastri di partenza) e i cinque veicoli “alternativi” della Mission 1000 (8 concorrenti al via in totale). La frazione “doppia” è la seconda, oltre 900 chilometri contro il tempo, con arrivo a partenza da Bisha da dove la carovana si sposterà solo il 7 gennaio.