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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Carlos Tavares e Jhon Elkann

Stellantis, il Comitato di Elkann. Il 17 dicembre incontro per siglare un piano con il governo

di Giorgio Ursicino

Il giorno dopo lo tsunami l’atmosfera resta agitata. In Italia sono pochi quelli che rimpiangono Carlos Tavares. Tutto il mondo politico ha accolto le dimissioni con soddisfazione e solo qualcuno ha invitato a non pensare che ora «tutti i problemi siano risolti». Fra le doti del manager portoghese, sicuramente, non emergeva la diplomazia e le divergenze con il nostro esecutivo dovevano essere smussate. Ma Stellantis ha un profilo internazionale, il gruppo è nato dalla fusione di tre realtà di paesi diversi, uno addirittura di un altro continente. Ed ognuna guarda in casa propria. Per questo che la non facile ricerca del successore dovrà tenere presente anche l’aspetto nazionalistico.

Non sono passati molti anni da quando la Daimler (l’attuale Mercedes) fu costretta ad abbandonare la Chrysler mettendoci tre volte i soldi: per “comprarla”, per rilanciarla, per fuggire via perché era impossibile che tedeschi ed americani andassero d’accordo. Unico comune denominatore di un’azienda tanto globale sono i marcati finanziari visto che il gigante è quotato su più piazze. Ebbene, come si dice, le borse non hanno gradito con il titolo che in giornata è arrivato a perdere il 10% per poi ripiegare leggermente. Bisogna tener conto, infatti, di alcuni aspetti. Tavares ha indubbiamente fatto bene sia in Renault-Nissan sia in PSA. È stato uno degli artefici, insieme a John Elkann, della nascita del colosso transatlantico di cui è stato la guida operativa sin dall’inizio.

Lui ha messo tutti i manager nelle varie posizioni disegnando la società secondo la sua visione. In un momento in cui l’automotive naviga in acque tempestose non è affatto facile indirizzare il cavallo senza il suo fantino. La principale preoccupazione di Elkann è di individuare al più presto il nuovo timoniere perché un leader è indispensabile. Il nipote dell’Avvocato, attraverso la Exor, è il principale azionista e quindi il Presidente, ma certo non è il suo lavoro gestire un gigante dell’auto. Ci sono decine di fabbriche che producono in diversi continenti a tutte le ore del giorno, di cui bisogna conoscere tutte le esigenze e le necessità. È necessario, oltre ad essere bravi, metterci totalmente la testa e non pensare ad altro.

Sullo sfondo c’è lo spettro Volkswagen attualmente in una situazione ben peggiore. Poco più di due anni fa si divisero le strade con Hebert Diess, l’allora ceo, e da quel momento le cose sono solo peggiorate tanto che ora si è giunti ad un punto di non ritorno: o si taglia o si va fuori strada. Sul fronte italiano certamente Elkann vorrà avere un rapporto migliore con l’esecutivo, ma non è facile stravolgere il piano “Dare Forward 2030” presentato nel marzo 2022 sul quale sono stati investiti decine di miliardi, che è nel bel mezzo della sua attuazione e che Tavares aveva inculcato a tutto il management. Sempre nel nostro Paese c’è in programma il nuovo atto del tavolo al Mimit con cui l’azienda dialoga con il Ministro Adolfo Urso che chiede «maggiore impegno e più garanzie» per elargire aiuti.

L’incontro e previsto per il 17 dicembre, ma quasi sicuramente Elkann non ci sarà. Stellantis verrà rappresentata da Jean Philippe Imparato, responsabile per il mercato Europa e per i veicoli commerciali. Elkann, però, dopo aver avvisato Sergio Mattarella e Georgia Meloni dello scossone al vertice, si sarebbe sentito anche con il Ministro dello Sviluppo Economico. Non ci sono state dichiarazioni al riguardo, ma sembra che il manager francese arriverà a Roma con il mandato di chiudere un qualche accordo sul Piano Italia. Oltre alla soluzione de Meo, che però è esterna e quindi più complessa, circolano rumors che riguardano profili anche interni per la successione. Uno è proprio Imparato.

Uomo forte di Tavares, con cui lavorava insieme dai tempi della PSA, il dirigente conosce tutti i segreti del piano ed anche le strategie di Tavares per cui sarebbe più facile fare correttivi senza combinare guai. In più, è un francese di origini italiane, parla benissimo la nostra lingua ed è più empatico di Carlos. È vero, recentemente ha dichiarato di «non avere lo spessore per guidare Stellantis», ma lo ha detto quando il “capo” era ancora in sella. Insomma potrebbe accontentare Parigi e Roma. L’altra figura interna forte è Antonio Filosa, in Fiat dal 1999 e, dopo essersi occupato del Sud America, è attualmente alla guida delle attività negli States, quindi non sarebbe visto come uno straniero dagli americani. In serata l’azienda ha divulgato i nomi dei manager che fanno parte del CEI, il Comitato Esecutivo ad Interim, che si occuperà della gestione insieme al Presidente fino all’arrivo del nuovo ceo.

Ci sono i 9 top manager fra cui Filosa, Imparato e Picat. Elkann ha richiamato, ed inserito nel Comitato come «suo Special Advisor», Richard Palmer, ex direttore finanziario di FCA e poi di Stellantis, che aveva lasciato nell’era Tavares. Elkann ha anche scritto ai dipendenti da Auburn Hills: «Carlos ha lasciato, gli sarò sempre grato, ma nelle ultime settimane sono emersi punti di vista diversi con il Consiglio. Sono tempi duri, li affronteremo insieme». Intanto ieri in Ministero ha divulgato le immatricolazioni di novembre e le vendite sono crollate per il quarto mese consecutivo a doppia cifra (-10,8%). Per la prima volta nel 2024 anche il cumulato va in rosso (-0,2%) e la chiusura dell’anno non promette nulla di buono. Sale leggermente il mercato elettrico con una quota del 5,3% (era al 4% ad ottobre), ma scendono le ibride plug-in. Stellantis, chiaramente, è ancora sulla “strategia” Taveres: tagliate un quarto delle vendite, -24,7%

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Martedì 3 Dicembre 2024 - Ultimo aggiornamento: 04-12-2024 10:01 | © RIPRODUZIONE RISERVATA