Il pneumatico che parla. Meglio, che dialoga. E, oltre a fornire lo strategico contatto del veicolo con il fondo stradale, è in grado di dare molte informazioni alla vettura che, in tempo reale, adegua i sempre più sofisticati sistemi di controllo della dinamica esaltandone i vantaggi. Un balzo notevole che gli attuali progressi dell’elettronica rendono possibile perché il settore era pronto da tempo con un’infinità di dati e di algoritmi per gestirli, incanalandoli nella direzione giusta. Per avere un’idea di quanto l’innovazione acceleri, basta guardarsi intorno. La scorsa settimana Elon Musk in persona ha presentato negli studi di Hollywood le due ultime novità Tesla che dovrebbero arrivare sul mercato entro un paio d’anni.
Cybercab e Robovan sono veicoli a guida completamente autonoma che, pur essendo elettrici, non hanno neppure la presa di ricarica in quanto effettuano l’operazione per induzione. Non c’è neanche traccia di volante e pedaliera e il prezzo del robotaxi è inferiore a tutti gli altri modelli della Casa in listino. Ma non basta. L’ex start-up Nvidia, in soli 5 anni, ha aumentato il suo valore al Nasdaq del tremila per cento e ora è la seconda azienda capitalizzata del pianeta con oltre tremila miliardi di dollari: il rapporto Borsa-fatturato fa impallidire le aziende del lusso più sfrenato. Cosa fa Nvidia? Microprocessori.
Per intuire di cosa si parla, è sufficiente pensare che un sistema di calcolo Orin per veicoli dell’azienda californiana può eseguire più di 250 trilioni di operazioni al secondo, ma sta per andare in pensione sostituto dal super chip Thor otto volte più veloce. In un ambiente del genere era chiaro che il pneumatico potesse avere la tecnologia per interfacciarsi con il veicolo e utilizzare le preziose informazioni date dalle gomme per consentire ai sofisticati sistemi di controllo della dinamica di esprimere tutto il loro elevatissimo potenziale. Da questo punto di vista Pirelli, da sempre all’avanguardia sulle coperture alto di gamma e super sportive, è considerato un pioniere perché si occupava del tema quando i mezzi per scambiare i dati pneumatico-auto non erano ancora disponibili a costi accessibili.
Ora il grande momento è arrivato e l’approccio cambierà radicalmente. Prima sulle vetture prestazionali e di lusso: poi, pian piano, anche su tutte le altre. Il sistema è semplice nel funzionamento, ma geniale nell’esecuzione. L’azienda milanese ha messo a punto un mini sensore, dotato di batteria e del sistema Bluetooth per trasmettere i dati alla vettura. Una volta a bordo le informazioni possono essere condivise con il Cloud di Pirelli per essere utilizzate per funzioni che vanno oltre l’auto. Il sensore, nella sua interezza e complessità, pesa meno di 12 grammi, un valore che non dà alcun fastidio all’equilibratura del pneumatico. Alla fine della linea di costruzione della gomma c’è una stazione dove vengono accoppiati per sempre sensore e copertura.
Nel sensore c’è un ID, una specie di carta d’identità dello pneumatico che contiene tutte le caratteristiche della gomma stessa, le prime informazioni che il sensore invia alla vettura appena stabilito il contatto. Questi dati non cambiano nel tempo, ma danno ai sistemi di controllo del veicolo la filosofia di progettazione e i limiti delle varie reazioni. A questo quadro che resta stabile il sensore affianca tutta una serie di dati che possono cambiare durante l’utilizzo, sia legati all’habitat dove il pneumatico sta lavorando sia allo stato d’uso della gomma stessa. Fra il sensore e i dispositivi di controllo si stabilisce un contatto costante attraverso il quale le centraline chiamate a tarare il funzionamento si adeguano man mano.
Le informazioni fondamentali sono la temperatura e la pressione sempre monitorate in maniera molto più precisa rispetto a se fossero prese dalla valvola. Il sensore, infatti, è proprio alla base del battistrada e riesce a fornire dati ultra precisi rispetto alla temperatura media dell’aria all’interno della gomma. Questo dispositivo consente di tenere sempre al livello ottimale la pressione di gonfiaggio perché i dati sono molto più precisi di un manometro esterno. Il sistema, ormai, non è allo stadio di progettazione e sviluppo, ma siamo arrivati alla fase di produzione e il Cyber Tyre della Pirelli si può già acquistare. Anche se per ora in numeri molto limitati perché è stato realizzato per la hypercar Utopia Roadster, un capolavoro per pochi pensato dall’artista Horacio Pagani.
In ogni caso è la prima applicazione su una vettura di produzione ed è realizzata dalla Pirelli che conferma l’eccellenza del made in Italy in fatto di innovazione. La collaborazione, la progettazione e lo sviluppo con altri costruttori, anche con volumi produttivi più elevati, è in fase avanzata e non sarebbe certo una sorpresa se a breve ci fossero altri annunci. D’altra parte i vantaggi in termini di performance, sicurezza, comfort e sostenibilità sono così evidenti che nessuna casa sarebbe disposta a rinunciarci. Per Pagani Utopia sono stati realizzati i P Zero Corsa, i P Zero Trofeo RS e P Zero Winter, prodotti profondamente diversi che offrono i propri dati alla centralina dell’auto affinché questa possa tarare automaticamente i dispositivi di controllo per permettere alla vettura di sfruttare tutte le potenzialità dei diversi pneumatici.
Proprio qualche settimana fa l’azienda milanese ha annunciato di aver siglato con Bosch un accordo di sviluppo congiunto. L’obiettivo è quello di creare nuove soluzioni di software-based grazie ai sensori installati sui pneumatici noti come “in-tyre”. Le due entità hanno potuto lavorare insieme sulla Utopia della quale entrambi sono partner e l’azienda tedesca è senz’altro all’avanguardia nei sensori MEMS (Micro-Electro-Mechanical Systems, microsistemi di elettromeccanica) e nella tecnologia che utilizza Pirelli per la trasmissione dati (BLE, Bluetooth Low Energy). In più la casa italiana vanta un’expertise senza rivali dall’hardware al software, agli algoritmi e alla modellazione. Oltre a dialogare con la vettura il Cyber Tyre può dare informazioni fondamentali alle infrastrutture e anche all’utente.