La notte di Singapore non è dolce per il Cavallino. Nel momento in cui la SF-24 appare la vettura migliore dello schieramento, e su un tracciato negli ultimi tempi tradizionalmente amico (tre pole e due vittorie nelle ultime tre edizioni), la Ferrari, nel momento topico delle qualifiche, non riesce ha concretizzare le buone carte in tavola. E, su una pista dove è parecchio difficile superare, diventa un’impresa ardua cancellare la delusione di Baku, arrampicandosi sul gradino più alto del podio. I volti sono scuri, l’amarezza palpabile. Gli errori sono di guida, quindi imputabili ai piloti. Ma, mentre Sainz ammette il suo e chiede scusa alla squadra per avere demolito la Rossa, Leclerc, come fa spesso a caldo, quasi perde le staffe e se la prende con i pneumatici, spostando il cono d’ombra anche sul team che ha gli strumenti per metterlo in pista nelle condizioni migliori.
«Le gomme non erano alla giusta temperatura? - ha tuonato il Principino - Non erano neanche al 50% di come avrebbero dovuto essere. Sono deluso, non voglio pensare alla gara». Da quando la monoposto è in grado di lottare per vincere, Frédéric Vasseur mette i puntini sulle “i”, spiegando come la pensa: «Charles dice questo? Devo ancora parlarci, ma a me non risulta: quando è iniziato il giro lanciato la temperature, anche delle coperture anteriori, erano come dovevano essere...». L’ingegnere francese, come sua abitudine, parla con il sorriso sulle labbra. Leclerc, invece, dovrebbe pensare un po’ più a cosa dice prima di smaltire l’adrenalina perché, ora che Maranello è vicino al vertice e sta per arrivare l’Imperatore Lewis, anche le parole possono avere un peso.
Sia come sia, lo scenario scopre i nervi perché in Q3, quando era il momento di raccogliere, i piloti della Scuderia hanno fatto cilecca, parcheggiando le due SF-24 ai margini delle top ten, senza neanche un tempo. Certo, le gomme centrano qualcosa, ma è stato lo stesso per tutti. Carlos ha appiccicato la sua Ferrari contro le barriere prima di iniziare il giro lanciato. Charles è andato lungo alla seconda curva rovinando subito la performance che dopo gli è stata tolta per essere uscito dal tracciato. L’incidente dello spagnolo ha richiesto la bandiera rossa e quasi tutti i piloti hanno potuto contare su un colpo solo, senza possibilità d’appello. Basandosi sul tempo fatto in Q2, il monegasco poteva ambire alla prima fila o, addirittura, alla pole position. Un quadro a Singapore completamente diverso e quindi il nervosismo è comprensibile, ma deve essere gestito.
A partire davanti a tutti, come era nelle aspettative, sarà Norris con la McLaren che ambisce ancora a sfidare Verstappen per il titolo Piloti. Proprio super Max, che non vince più da sette gare, è però risorto. Scatterà a fianco di Lando e cercherà di contenere i danni, pronto a sfruttare l’occasione per tornare a dominare. In seconda fila si sono arrampicate le due Mercedes, con Hamilton davanti a Russell, mentre solo quinto è un deludente Piastri con l’altra McLaren solo pochi giorni dopo aver fatto il fenomeno a Baku. Dei magnifici otto delle quattro squadre vincenti, solo cinque driver sono davanti: oltre alle due Ferrari a centro gruppo, Perez con la RB è ripiombiato in tredicesima posizione.