
Nissan sbanca Montecarlo: l'inglese Rowland va il fuga nel Mondiale delle monoposto elettriche
Un E-Prix spettacolare il secondo di Monaco. La settima tappa della stagione conferma il feeling della FE con un tracciato prestigioso dove la F1 fa molta fatica a superare. Le monoposto elettriche, infatti, grazie all’Attack Mode che garantisce in alcune fasi della gara una dose di potenza aggiuntiva, riescono a scavalcarsi con facilità rendendo fino al traguardo il risultato in bilico. Ieri a riscaldare l’atmosfera ci si è messa anche la pioggia caduta copiosa prima dell’evento che ha interpretato la prestazioni delle vetture in pista ancora più diverse rendendo le strategie fondamentali. In regime di Attack Mode, due periodi di 4 minuti ciascuno da attivare su decisione del pilota, vengono resi disponibili una cinquantina di cavalli in più che portano il totale a 470.
I bolidi di Formula E hanno un motore elettrico all’avantreno che garantisce la trazione integrale ed entra in funzione quando c’è l’iniezione di potenza aggiuntiva. Pensate a Montecarlo, un saliscendi fra i guardrail dove bisogna accelerare e frenare di continuo, quanto vantaggioso sia, sull’asfalto viscido, disporre di una cavalleria in più e della trazione su tutte e 4 le ruote. Ad aumentare le incognite contribuisce un layout della corrida non incline ai sorpassi: spesso il Gran Premio di F1 l’ha vinto chi era in testa anche se aveva fa macchina mezza rotta. Questa miscela esplosiva ha reso il carosello entusiasmante tenendo per un ora tutti inchiodati davanti alla tv.
Il leader del Mondiale, Rowland, aveva dominato la gara di sabato e conquistato la pole position per il secondo E-Prix. Quando si è spento il semaforo i driver sono stati tutti molto accorti perché, in una situazione del genere, è un attimo fare un patatrac. Le monoposto, nel più totale silenzio, si sono catapultate verso la prima curva di St. Devote ad una velocità impressionante: le FE in accelerazione sono più rapide delle F1 e bruciano i 0-100 in soli 1,8 secondi anche se al termine del giro risultano il 18% più lente (solo i pneumatici sono imparagonabili). La Nissan dell’inglese si è infilata in testa, poi tutti gli altri in fila indiana.
Oliver guidava da maestro e riusciva a tenere tutti dietro anche quando sono iniziati gli Attack Mode. Alla fine solo lui non era ricorso al primo pacchetto di potenza aggiuntiva e questo era un grande vantaggio. Il pilota del costruttore giapponese allungava ancora per mettersi, dal punto di vista strategico, in una posizione inattaccabile: era ancora in testa e poteva fare quasi tutto il resto della gara con la trazione integrale e la potenza aggiuntiva. Più di così. Quando ha deciso per la “sua attivazione”, per troppa facilità ha sbagliato. L’espertissimo Vergne era momentaneamente passato in testa, ma Rowland non avrebbe fatto fatica a superarlo. Preso dalla foga, invece di farlo comodamente in accelerazione, è andato a farlo in frenata, nel punto più veloce del circuito, alla staccata della chicane del Porto, dopo il tunnel.
Risultato Jean-Eric lo ha accompagnato fuori rendendogli irregolare il sorpasso. Per evitare penalizzazioni e pensando al Campionato Oliver, consigliato dal box, ha aspettato il francese per ridargli la posizione, ma Buemi era già passato. Nel finale il britannico risaliva fino al secondo posto e si accontentava. Cassidy con la Jaguar (stessa vettura di Buemi che però corre per la Envision) saliva sul podio precedendo Da Costa, De Vries, Vergne e Wehrlein, tutti campioni del mondo. Ora la Nissan fra i Costruttori precede la Porsche (192 a 163), mentre fra i Piloti Rowland è a 115, quasi il doppio del tandem di Stoccarda. La prossima gara, fra due settimane, la coppia Rowland-Nissan la corre in casa perché si disputa il doppio E-Prix di Tokyo.