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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Felipe Massa ai tempi del Cavallino (8 anni a Maranello), orgoglioso di essere feffarista

Massa, un ferrarista speciale: «Vincere non è facile, ma bisogna tornare a lottare per il Mondiale che sfugge dal 2008»

di Giorgio Ursicino

Stefano Domenicali e Felipe Massa, due monumenti per gli sportivi. Icone che diventano ancora più giganti se si parla di talento, coraggio e performance. Sono considerati addirittura eroi per i ferraristi e per coloro che hanno a cuore il made in Italy e la sua impareggiabile carica di emozioni. Stefano mai come in questi giorni è stato in fibrillazione: per il “capo” di tutta la F1 è un evento epocale l’avvio di un nuovo “corso” proprio durante la rivincita che Hamilton pretende da Verstappen. Domenicali è anche il “padrone di casa” di un programma che parte dal Belpaese e dalle sue eccellenze e coinvolge straordinari leader da tutto il pianeta. Tech Emotion - Empower Human Potential è la “docuserie” dedicata al rapporto tra uomo e innovazione, tecnologia ed emozioni, disponibile in boxset su Raiplay. Nel programma sono a confronto campioni sportivi, imprenditori e pensatori su temi chiave per il nostro paese e per l’economia globale (realizzato da Emotion Network, in collaborazione con Meta e co-prodotto da Lotus Production). Domenicali, quando ha dovuto coinvolgere i suoi ospiti, ha pensato subito a Massa, un pilota con il quale ha avuto un rapporto strettissimo durante la loro lunga permanenza Maranello.

Felipe, il Ceo della F1 ha scelto lei per parlare di eccellenze, velocità e italianità.

«Stefano è un amico, mi aveva parlato di questa idea quando era ancora presidente di Lamborghini. Siamo stati due giorni insieme, mi è piaciuto molto. Abbiamo parlato di come sono cambiato durante la carriera che ha avuto tanti passaggi delicati. Abbiamo ricordato l’incidente di Budapest e quando ho assaporato l’amarezza di aver perso un Mondiale che sembrava già vinto proprio a casa mia».

Domenica hai corso a San Paolo con le stock car, addirittura con Glock per compagno, il pilota che ti fece perdere il Mondiale 2008. Perché non ti impegni più seriamente?

«No, sbagli. Non conosci questa categoria che è veramente molto impegnativa. Per ora è la cosa migliore per soddisfare la mia voglia agonistica di corse restando in Brasile dove ho tante cose da fare».
 

Perché hai lasciato la Formule E?

«Perché non mi piaceva molto. Non la guida elettrica, ma le monoposto cono molto diverse dalla F1. C’è poco grip e bisogna sempre preoccuparsi di salvaguardare la batteria e l’energia. Alla fine vince chi ha corso più “ingegneristicamente” e non con più grinta. Allora ho deciso di fermarmi».

Perché non fai il WEC, sta crescendo molto?

«Senza dubbio un bel Campionato, ma non è quello che voglio. Non ho tempo per girare tutto il mondo correndo. Mi piacere tanto disputare la 24 Ore di Le Mans, una gara da leggenda. Ma è impossibile essere protagonista se non si fa tutto il WEC. Sono diventato ambasciatore della F1 e quest’anno sarò ad 8 gare».

E Indianapolis?

«No, Indy no. Ci tengo alle mie gambe».

Come è stato correre per un’altra squadra dopo essere stato alla Ferrari?

«Quando sei a Maranello vivi una cosa speciale, unica. È come una religione, resti ferrarista per sempre. Solo al Cavallino accadono queste cose: sono considerato un pilota della Rossa anche se sono tanti anni che le nostre strade si sono divise».

Quindi fu un momento difficile.

«Devo essere sincero, più prima che dopo. Nel 2013, mio ultimo anno in Italia, era preoccupato, non sapevo come sarebbe stato per un pilota il futuro dopo essere stato ben 8 anni a Maranello. Invece è stata una bella esperienza. Con il cambio di regolamenti la Williams realizzò un’ottima macchina, nel 2014 siamo arrivati davanti alla Ferrari».

Come vedi la F1 attuale?

«La F1 è sempre stato uno sport importante, ma è sorprendente quanto sia cresciuta nell’ultima stagione. Sembra ci sia un nuovo amore, soprattutto fra i giovani. Molto ha influito l’appassionante duello fra Hamilton e Verstappen, ma anche Domenicali sta facendo un lavoro fantastico. Penso e spero che l’escalation continuerà con il cambio di regolamenti che potrebbe spingere al vertice qualche altra squadra».

Come vedi le nuove regole 2022?

«Certamente l’obiettivo è diminuire l’influenza aerodinamica in modo da far stare le macchine più vicine. Per vedere quanto ci sono riusciti, però, bisogna attendere le prime gare. Sono convinto che una volta assestato il cambiamento lo spettacolo aumenterà. Io personalmente a livello estetico preferivo le vecchie auto, ma è sempre così con le novità. Ricordate quanto si è parlato male dell’Halo? Invece potrebbe aver salvato già qualche vita...»

Qual’è la tua opinione sui fatti di Abu Dhabi?

«Sono accadute molte cose in troppo poco tempo. Ma forse nessuna da sola sarebbe stata così disastrosa. Alla Mercedes forse hanno sbagliato a non chiamare Lewis ai box, ma è vero che stava in testa alla gara. Folle l’idea di lasciare lì le auto doppiate, il regolamento dice esattamente il contrario. Una cosa è sicuramente sbagliata: i team che parlano con il direttore di corsa».

Può essere l’anno buono per la Ferrari?

«È quello che speriamo tutti noi ferraristi. Non vinciamo più i 2 Mondiali dal 2007 e quello Costruttori dal 2008. Il sogno è almeno tornare a lottare. Per vincere tutto deve essere perfetto. I piloti sono ottimi, vedremo il resto».

Come vedi il budget cup?

«Sono favorevole, secondo me è una cosa giusta. Non aveva senso che qualche team spendeva 500 milioni. Questa decisione ridurrà le differenze fra i primi e gli ultimi e potrebbe invitare altri ad entrare. Per il 2025 si parla di Audi e Porsche».

Continuerà il duello fra Lewis e Max?

«Quando c’è un cambio di regole così netto bisogna vedere chi ha azzeccato la macchina. Senza la monoposto giusta nessun campione può vincere».

La power unit è rimasta la stessa. Le auto di serie vanno sempre più verso l’elettrificazione.

«È vero, ma non sarà facile per la F1 diventare full electric perché in questo momento quel ruolo è della FE. Credo che il modo per aiutare l’ambiente siano i carburanti ecologici».

Il Re Nero riuscirà a vincere l’ottavo Mondiale?

«Dipende tutto dalla macchina. Con il suo talento non credo avrebbe problemi».

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Lunedì 21 Febbraio 2022 - Ultimo aggiornamento: 22-02-2022 08:52 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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