Ford Capri, un successo che viene da lontano. La nuova elettrica raccoglie una pesante eredità

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La nuova elettrica della Ford porta un nome importante: la Capri è stata infatti un’auto che nel secolo scorso ha contribuito in misura significativa a scrivere la storia del marchio euroamericano, una storia che vale la pena ricordare. Dopo la presentazione al Salone di Bruxelles del gennaio 1969, la Capri fu prodotta fino al 1986 e venduta in 1,8 milioni di esemplari (400.000 nei primi due anni). Fu dunque un successo planetario, capace di resistere al tempo con aggiornamenti adeguati all’evolversi della tecnica e delle mode, ma anche di cimentarsi nel motorsport, con una versione leggendaria, la RS dotata di motore 6 cilindri 2,6 litri, affidata anche alla guida di piloti di grido come l’ex campione di Formula 1 Jackie Stewart.

Preceduta da una “meteora” con motore 3.0 litri non troppo potente (140 cv), già utilizzato sulle Ford Granada e Consul GT, la 2.600 RS divenne una vera e propria icona del motorsport, in grado di rivaleggiare in pista con Porsche e altri marchi di grande tradizione sportiva e di vincere il campionato europeo turismo nel 1971 e nel 1972. Tutto ciò non solo grazie alla potenza, ma anche alla cura messa nell’affinamento dell’aerodinamica e nel contenimento del peso.
Ma al di là della variante racing, la Ford Capri ha rappresentato, nel secolo scorso, la soluzione ideale per migliaia di automobilisti desiderosi di conciliare le esigenze del buon padre di famiglia con il piacere di possedere un’auto coupé, non proprio una sportiva di razza (per quello c’erano la Mustang e la succitata RS 2.600) ma comunque in grado di assecondare il gusto estetico e, in qualche modo, il piacere di guida. Il compito di progettare un’auto che rispondesse a questi requisiti venne affidato al designer americano Philip T. Clark, lo stesso che aveva firmato la Mustang. Il successo, grazie anche a motorizzazioni per tutte le tasche, da 1.3 a 2.0 litri, fu notevole, e la prima serie tenne botta magnificamente fino al ‘73, quando arrivò la seconda serie, aggiornata nei motori, nell’estetica e negli allestimenti e rimasta in produzione fino al ‘77. Dal ’78 all’86 la “terza vita” della Capri, alla quale si rifà idealmente la neonata elettrica. Che non solo si distingue per la motorizzazione a emissioni zero e le forme, ma anche per qualcosa che esternamente non si vede. E cioè il peso. Sulla bilancia la nuova Capri fa segnare tra 2.098 e 2.190 kg, l’antenata oscillava tra 931 e 1250 kg.




