La Maserati Levante Hybrid

La Levante si fa hybrid, nuovo corso Maserati. La spinta aggiuntiva consente di emettere il 19% di CO2 in meno rispetto al V6

di Sergio Troise
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MODENA - Nella vita ci vuole coraggio. E in casa Maserati, come insegna la storia, non ne è mai mancato: lo ebbe Alfieri, il fondatore, poi affiancato dai fratelli Ettore ed Ernesto; lo ebbero gli Orsi, quando rilevarono l’azienda in difficoltà economiche e la trasferirono da Bologna a Modena; lo ebbe l’avventuriero Alejandro De Tomaso, quando rilevò il marchio in declino, e poi Montezemolo, quando si accollò, nel suo ruolo di presidente della Ferrari, l’onere di assorbire e rilanciare l’antica rivale ridotta in disgrazia. Di coraggio, infine, ne ha avuto il compianto Marchionne, che sullo storico marchio ha investito e scommesso, avviando un piano di modernizzazione che oggi cavalca senza indugi anche Carlos Tavares, numero uno di Stellantis. Già avviato con la supercar MC20 e la nuova Ghibli ibrida, il piano prevede il lancio di 16 nuovi modelli entro il 2024, tutti elettrificati, ibridi o 100% elettrici.

È in questo solco che arriva ora sul mercato il nuovo Levante Hybrid, gigante di cinque metri prodotto a Mirafiori che andrà a misurarsi con rivali dotati di motorizzazioni a 6 e 8 cilindri (Porsche Cayenne in testa) utilizzando – ecco il nuovo atto di coraggio! – il “piccolo” 4 cilindri 2000 turbo benzina già sperimentato sulla Ghibli: un gioiello affiancato da un sistema elettrico a 48 Volt, in grado di ridurre le emissioni di CO2 del 18% rispetto al benzina e del 3% rispetto al diesel, pur assicurando una potenza di 330 cv/450 Nm. «Quanto basta per assicurare prestazioni di assoluto rilievo, uguali a quelle del V6 turbo benzina e migliori di quelle del diesel» dicono con sicurezza in casa Maserati, dove si lavora alacremente anche a un’altra novità in arrivo (in questo caso da Cassino) entro fine anno: il Suv Grecale, “fratello minore” del Levante con il quale condividerà questa motorizzazione ibrida prodotta a Termoli.  Rispetto ai modelli finora conosciuti la nuova Levante si distingue, esteticamente, per la prevalenza del blu, per piccoli dettagli e per le dotazioni aggiornate in funzione di sicurezza, comfort e connettività. Le prime consegne sono previste da luglio, ma l’auto è già ordinabile, con un prezzo (non ancora ufficiale) allineato a quello del Diesel (attorno ai 75.000 euro).

Sul piano strutturale vale la pena ricordare che pur pesando 2090 kg il Levante Hybrid è più leggero dei modelli con motori 6 cilindri benzina e diesel, ma soprattutto può vantare una distribuzione dei pesi 50:50 grazie al fatto che il motore è anteriore e la batteria è collocata nella zona posteriore (senza compromettere la capacità di carico). Confermate le sospensioni pneumatiche, anteriori a quadrilatero con doppio braccio oscillante, posteriori multilink a 5 bracci; la trazione 4x4 può contare su un rapporto al ponte dedicato mentre il cambio resta lo ZF automatico a 8 marce. Pare che sia stato salvaguardato anche il tipico sound dei motori modenesi. La novità più consistente sta tutta nel gruppo motopropulsore costituito dal succitato 4 cilindri 2000 turbo abbinato a un sistema elettrico “leggero”, da 48 Volt, dotato del BSG (Belt Starter Generator), che funge da alternatore e recupera energia in frenata e decelerazione. Questa energia viene poi immessa in una batteria e utilizzata per alimentare un compressore elettrico denominato eBooster. L’accoppiata BSG-eBooster assicura un extra boost quando il motore va a pieno regime in modalità Sport, mentre in modalità normale serve a dare equilibrio a consumi e prestazioni. 


A proposito di prestazioni, restano notevoli, con velocità massima di 240 km/h e accelerazione 0-100 in 6 secondi. La Casa assicura che viene confermato lo straordinario piacere di guida tipico di questo gigante capace di muoversi come una libellula anche sui percorsi più tortuosi. Ciò detto, se si vuole privilegiare una guida “attenta”, la modalità da privilegiare è la Advanced Efficiency, che prevede anche la disattivazione dei cilindri non necessari e la funzione veleggiamento. Quanto alla sicurezza, ci pensano gli Adas, sistemi di assistenza alla guida di ultima generazione grazie ai quali è garantita l’automazione di livello 2. 

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Martedì 25 Maggio 2021 - Ultimo aggiornamento: 20:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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