Elon Musk presenta la Tesla Model X

Tesla, l'America dà la scossa: cresce il successo della casa che propone modelli solo a batterie

di Nicola Desiderio
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PALO ALTO - «Lasciate che il futuro dica la verità» è una delle frasi più famose di Nikolas Tesla, definito il «santo patrono della moderna elettricità» per le sue scoperte. Chi invece ha scoperto come fare e vendere l'auto elettrica è la Tesla, la casa che dal geniale scienziato serbo ha preso il nome e che ha raccolto ben 400mila prenotazioni per la sua Model 3, terza proposta di una gamma che da un paio di mesi accoglie la Model X e nel 2015, con la sola Model S, ha venduto nel 2015 oltre 50mila unità. Ma la vera abilità non è in questo semplice numero.

Chi infatti diceva che l'auto elettrica doveva essere piccola, da città e proposta con robusti incentivi ad aziende ed enti, ha sbattuto contro quello che la Tesla ha dimostrato: la Model S è un'elegante berlina lunga più di 5 metri che costa 100mila e passa euro e rappresenta uno degli status del momento, altro che rinuncia. E non solo: la Model X e la Model 3 non si prenotano dal concessionario lasciando un assegno, ma su Internet: per la X ci vogliono 4mila dollari; ne bastano mille per la 3 che sarà venduta a partire da 35mila dollari (incentivi esclusi) e le cui consegne inizieranno solo nel 2017.

I conti sono presto fatti: basta ipotizzare che il prezzo medio di ogni auto, tra optional e accessori, salga a 40mila dollari che le 400mila unità significano già un giro d'affari di 16 miliardi. E qui sta l'abilità nel marketing e nella comunicazione. Poi ci sono l'abilità tecnica, finanziaria ed industriale di Elon Musk, l'uomo che nel 2003 si è messo in mente di fare una casa costruttrice di auto solo elettriche partendo dall'antimacchina elettrica per eccellenza, una decapottabile a 2 posti.


Prese infatti una Lotus Elise, la imbottì di piccole pile al litio unite in serie e ne fece la Tesla Roadster, il piacere del vento ad emissioni zero. Tutto il mondo ne parlò, guardandolo come un fenomeno di nicchia, ma i grandi costruttori alzarono le antenne. E ne approfittarono. Così hanno fatto Mercedes e Toyota che affidarono all'azienda di Palo Alto progetti marginali, come la Smart ED e la RAV4 EV, e investirono 50 milioni di dollari a testa tra il 2009 e il 2010: ne hanno tirato fuori almeno 700 milioni vendendo titoli acquistati a circa 15 dollari e rivenduti a quasi 280. I giapponesi riuscirono anche a vendere a Tesla lo stabilimento di Fremont, del quale non sapevano cosa fare dopo la fine della Nummi, joint-venture con General Motors.

Tutti pensano di aver fatto l'affare, invece è Tesla ad avere già deciso che non ha bisogno di nessuno: da due anni ha già iniziato a produrre la Model S, progetto sviluppato internamente al 100% e in Nevada prepara la Gigafactory, un immenso stabilimento capace di sfornare entro il 2020 batterie per 50 GWh da mettere dentro mezzo milione di Tesla.

Nessuno ci crede, intanto Musk predice per l'auto elettrica un'autonomia di 1.200 km, ne fa una piattaforma “open source” offrendo a tutti gratuitamente i brevetti depositati da Tesla, e inizia a costruire la rete dei Supercharger, colonnine di ricarica ultrarapida a 120 kW dove in 30 minuti si può fare rifornimento per 270 km. Gratuitamente. Nel mondo ce ne sono 3.652, 13 dei quali in Italia, ma già nel 2017 diventeranno 7.200 e sempre più numerosa è la rete Destination Charging, realizzata con la collaborazione con hotel, ristoranti e centri commerciali. Tutti invece parlano della Model S, un'auto elettrica che il cliente può configurare come vuole per potenza, trazione e autonomia: la P90D ha oltre 700 cv, la trazione integrale, fa 250 km/h, accelera da 0 a 100 km/h in 3 secondi e fa 500 km con un pieno, inoltre è l'auto più sicura secondo tutti gli standard mondiali, grazie anche ai sistemi di guida semiautonoma Autopilot che si aggiornano come un'app.

Ma forse è ancora più impressionante la Model X: un Suv con un'aerodinamica da primato (cx di 0,24), e uno 0-100 km/h da Lamborghini Huracàn (3,4 secondi), ma soprattutto dotata di parabrezza panoramico e delle spettacolari Falcon Wings, portiere che si aprono verso l'alto anche in box da soffitto basso e con soli 30 cm di spazio libero di lato. Il prezzo parte da 98.600 euro mentre ancora non si sa quanto costerà la Model 3, berlina lunga poco più di 4,5 metri che promette un'autonomia di almeno 345 km e uno 0-100 in meno di 6 secondi.

Certo, a bilancio 2015 ci sono quasi 900 milioni di dollari di perdite, ma la Tesla ha una capitalizzazione di circa 30 miliardi di dollari, una gamma completa e chi fa la fila anche per portarsela, industrialmente parlando, a casa come la Francia, che offre la ex centrale nucleare di Fessenheim per farne la prima vera fabbrica Tesla in Europa visto che a Tilburg, in Olanda, le Model S vengono fatte con pezzi che vengono dalla California. Dopo la semina è venuto il tempo di raccogliere, ma non da soli: per il 2017 Audi ha pronta l'anti Model X e Porsche l'anti Model S mentre altre case, come Nissan e General Motors, sono pronte ad aggredire la fascia di prezzo della Model 3. Il futuro, per dirla alla Nikolas tesla, presto dirà la verità.
 

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Mercoledì 11 Maggio 2016 - Ultimo aggiornamento: 15:53 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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