la Jaguar F-Pace

Ruggito Jaguar Land Rover, il fascino premium globale del lusso britannico

di Giampiero Bottino
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SALONICCO - Non capita speso di poter provare l'intera gamma di un costruttore sul terreno più congeniale alle caratteristiche dei vari modelli. Un'opportunità rara che in casa Land Rover si è trasformata in una gradita consuetudine, come conferma il quindicesimo appuntamento con la LR Global Brand Expedition, celebrato quest'anno sui suggestivi e impegnativi sterrati sospesi tra l'azzurro del mare e il verde dei boschi incontaminati che solcano la Penisola Calcidica, all'estremo nord della Grecia.

Reginetta della festa, ovviamente, l'ultima (e più originale) arrivata nel regno dei Suv. Stiamo parlando della Evoque Cabrio, accompagnata non solo dalle sorelle con il tetto, dalle Range Rover normale e Sport e dalla quasi altrettanto giovane Discovery Sport, ma anche da un'ospite d'onore impensabile fino a poco tempo fa: la F-Pace, l'auto che segna l'esordio della Jaguar nel mondo delle ruote alte e che ha dimostrato sul campo di saper innervare il Dna elegante e sportivo con un robusto spirito avventuroso, affrontando i terreni difficili senza complessi nei confronti delle cugine, con cui peraltro condivide molte soluzione provenienti dal fornitissimo ed evoluto arsenale fuoristradistico Land Rover.

Buona la prima, verrebbe quindi da dire. E in effetti la F-Pace non è destinata a rimanere sola a rappresentare il Giaguaro in questa strategica fascia di mercato, anche se sui tempi dell'arrivo di eventuali compagni di strada (e di fuoristrada) c'è per ora un comprensibile riserbo. Maggiori certezze, invece, ci sono sulle prossime mosse di Land Rover che, fedele al suo ruolo di marchio numericamente più forte del gruppo britannico controllato dall'indiana Tata, è chiamato a compiere uno sforzo maggiore sulla strada indicata dal piano strategico che prevede di raddoppiare le vendite (che nel 2015/16 hanno raggiunto le 522.000 unità, superando per la prima volta il muro del mezzo milione) entro l'anno fiscale che secondo la prassi indiana comincerà il 1° aprile 2020 per concludersi il 31 marzo successivo.

Nel corso dell'appuntamento in terra greca Daniele Maver, presidente di Jaguar-Land Rover Italia, ha infatti ricordato che a fine settembre, al prossimo Mondial parigino, verrà svelata al mondo la nuova generazione della Discovery che diventa più grande e meglio rifinita, mantenendo la configurazione a sette posti e la riconosciuta vocazione per l'off road. Arriverà sul mercato a febbraio, precedendo di almeno un anno la prima apparizione del nuovo Defender, la cui annunciata evoluzione stilistica e tecnologica ha suscitato non poca diffidenza tra i tanti cultori del modello-simbolo dell'off-road duro e puro, non solo britannico.

Maver ha anche tracciato l'identikit di un gruppo che in Italia procede senza titubanze sulla strada della crescita, come confermano i risultati di vendita del primo semestre che evidenziano un'ulteriore accelerazione, testimoniata dal +297% rispetto allo stesso periodo del 2015 messo a segno (con 2.257 consegne) dal marchio Jaguar e la crescita meno impetuosa (+18,8%) registrata da Land Rover che anche nel nostro Paese deve le vendite semestrali sono state 11.270 costituisce la presenza numericamente più sostanziosa.

Da segnalare anche l'importanza del mercato italiano, che ha riconquistato con la forza dei numeri un ruolo di primo livello nelle strategie del gruppo. La Jaguar XE vanta nel segmento D/E una quota di penetrazione del 12%, la più alta del mercato europeo. Stessa posizione per la Range Rover Evoque, che nel nostro Paese vale l'11% del segmento, mentre il 19% della Land Rover Discovery Sport vale al nostro Paese addirittura il gradino più alto del podio mondiale in questa particolare classifica.

La F-Pace in soli due mesi ha raccolto 1.300 contratti, una cifra elevata resa ancora più significativa dal fatto che nel 90% dei casi la firma è stata apposta da clienti che per la prima volta si sono avvicinati al brand del Giaguaro. Mentre la Evoque Convertibile, pur andando a inserirsi in una nicchia storicamente molto ristretta, ha già incassato 80 contratti praticamente a scatola chiusa, visto che solo a settembre farà la sua apparizione nelle concessionarie del marchio.

La strategia di sviluppo sta facendo di Jaguar-Land Rover un gruppo davvero globale, che agli stabilimenti in territorio britannico (Halewood, Castle Bromwich, Solihull e la recente fabbrica dei motori Ingenium di Wolverhampton) affianca le fabbriche destinate ai mercati locali come le joint venture indiana e cinese e lo stabilimento brasiliano Itatiaia attivo da un mese. Nel 2018 poi è previsto un passo decisivo sulla strada della globalizzazione con l'apertura in Slovacchia di un grande impianto da 200.000 vetture/anno.
 

 

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Domenica 10 Luglio 2016 - Ultimo aggiornamento: 11-07-2016 15:54 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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