Una visione aerea del porto di Napoli

Napoli Dry Docks, joint venture investe 20 mln per nuovo bacino di carenaggio

di Antonino Pane
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NAPOLI - Nasce un colosso della cantieristica nel porto di Napoli. Due gruppi che operano nel settore, infatti, hanno dato vita al “Napoli Dry Docks”. Si tratta di una joint venture tra Palumbo Group Napoli e La Nuova Meccanica Navale, un sodalizio che investirà circa 20 milioni di euro nell’acquisto di un nuovo bacino galleggiante di carenaggio, da collocare nel porto di Napoli. Una struttura che consentirà allo scalo partenopeo di ampliare in maniera significativa la propria capacità di cantieristica navale – in particolare nel settore delle grandi riparazioni –, fronteggiando così l’aumentata concorrenza da parte di altri poli nazionali e internazionali.

“L’iniziativa - è detto nel comunicato che ufficializza l’iniziativa - è stata approvata dal Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, che ha dato il via libera alla concessione demaniale trentennale per la collocazione del nuovo bacino”. Il Presidente dell’Authority, Pietro Spirito, ha espresso soddisfazione per la ripresa degli investimenti produttivi nel settore della riparazione cantieristica nel porto campano, dopo una fase di stagnazione durata diversi anni. “In questo modo - ha sottolineato Spirito - si pongono le basi per un rilancio del settore, con una positiva alleanza produttiva tra due operatori di rilevante dimensione”, 

La neocostituita joint venture procederà, nel dettaglio, all’acquisto e al successivo trasferimento a Napoli di un bacino di carenaggio lungo 230-250 metri e largo 50, rispettando le specifiche indicate dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale relative all’ormeggio e al bacino di evoluzione della nave in entrata. Il piano industriale prevede un’occupazione annua del bacino pari a circa 300 giorni. Nella struttura sosteranno 20-25 navi all’anno, con una permanenza media di 15 giorni.

L’investimento avrà un impatto sull’occupazione molto rilevante; si stimano un’elevata media occupazionale 250/300 persone a pieno regime e significative opportunità di lavoro per aziende di servizi quali rimorchiatori, agenti marittimi, piloti e fornitori. 

Il bacino di carenaggio permetterà inoltre ai soci di sviluppare al meglio il loro core business, utilizzando a pieno regime le banchine già in concessione a supporto delle attività di bacino. Questa iniziativa getta dunque le basi per una nuova fase di sviluppo dello scalo partenopeo – che rappresenta un polo strategico per i traffici nel Mediterraneo –, incentrata sulla ripartenza di un settore di cruciale importanza come quello della cantieristica navale, che negli ultimi anni ha registrato una significativa perdita di competitività a vantaggio di operatori di altri paesi, anche a seguito della carenza di accessibilità ad infrastrutture adeguate. 

“Napoli Dry Docks”, come dicevamo, nasce dall’alleanza strategica di Palumbo Group e La Nuova Meccanica Navale – operatori storici del panorama marittimo napoletano. L’obbiettivo è quello di rafforzare la competitività dello scalo partenopeo nel settore della riparazione e della conversione navale, proponendo strutture idonee al carenaggio di navi di grandi dimensioni sia cargo sia passeggeri, per attirare l’armamento internazionale con l’offerta di un servizio a 360 gradi. Il nuovo bacino permetterà a Napoli di raggiungere una posizione di leadership nel comparto e di competere ad armi pari con poli cantieristici dislocati in tutto il Mediterraneo.

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Giovedì 22 Febbraio 2018 - Ultimo aggiornamento: 23-02-2018 09:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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