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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino

Formula 1, il Campionato si è chiuso nel segno della Stella

La delusione per non aver riconquistato il titolo diventa meno amara. Ad Abu Dhabi, nell’ultima gara della stagione, il dominio della Mercedes è netto ed emerge la certezza che, anche se i piloti del Cavallino fossero stati più accorti e la sfortuna in alcune occasioni non si fosse accanita contro l’affidabilità delle Rosse, sarebbe stato in ogni caso un miracolo strappare l’iride alle Stelle di Stoccarda. Astronavi apparentemente invincibili che hanno monopolizzato l’era ibrida della Formula 1 conquistando quattro titoli Piloti ed altrettanti Costruttori salendo sul gradino più alto del podio un numero di volte impressionante.

Nella calda e tranquilla (era in palio solo l’onore e lo show) serata del Golfo, è sembrato un fenomeno il driver di riserva, il bravo e serio Valtteri Bottas che quando si faceva sul serio è stato poco più di un valido scudiero, una buona seconda guida. Il finlandese ha dato spettacolo come di solito fanno i campioni, non lasciando nemmeno le briciole ai rivali fra i quali c’era anche sua maestà Hamilton. E questo qualche dubbio sulle reali forze in campo lo lascia. È forte la sensazione che l’inglese quattro volte campione del mondo, dopo aver legittimamente fallito l’ennesima pole, non si sia fatto in quattro per tentare di vincere, ma abbia preferito scortare al traguardo il compagno di squadra.

Dopo le dure battaglie con Rosberg con cui combatteva da bambino, al britannico non è sembrato vero quest’anno poter sfidare Vettel e la Ferrari senza doversi guardare le spalle soprattutto nel proprio box. Un nuovo scenario che vale una piccola rinuncia, un regalo a Valtteri sempre corretto e leale. Forse il dubbio è ingiusto nei riguardi del finlandese ma, visto l’andamento della stagione, assolutamente lecito. Sia come sia, Bottas è stato perfetto, chirurgico, ha corso in maniera sublime come in alcune occasione aveva fatto in primavera. L’ex pilota della Williams, che da anni è un pupillo di Toto Wolff, si è portato a casa l’“hat trick”, cioè il magico triplete che nello sport significa padrone assoluto e in Formula 1 si concretizza, con la pole e il giro più veloce in gara oltre al passaggio per primo sotto la bandiera a scacchi. Lewis lo ha seguito da vicino, facendo un po’ l’elastico, ma senza mai impensierirlo.

«Questa è una delle piste dove è più difficile superare e anche stare in scia», si è giustificato Hamilton (che ha calorosamente festeggiato il collega) per non aver azzannato la preda come è solito fare. Valtteri ha guidato bene, preciso e pulito, ma ha dato l’impressione di essere al volante di una monoposto superba, equilibrata e potentissima. E la Ferrari? Un po’ sbiadita, quasi opaca. Una delle meno ruggenti dell’anno. Già poco dopo metà gara Vettel in terza posizione aveva una ventina di secondi di ritardo dalla vetta e Raikkonen ha concluso staccato addirittura di 45. In pratica il mezzo secondo di ritardo rimediato in prova si è confermato anche sul ritmo di gara e questa non è certo una buona notizia in ottica 2018.

Le Stelle si sono dimostrate superiori in ogni aspetto, ma hanno fatto la differenza in particolare per la cavalleria. In prova il tratto dove guadagnavano di più era quello centrale che include i rettilinei. Scenario che si è ripetuto in corsa perché, come ha ammesso Sebastian, la SF70H non ha potuto spingere a fondo per non rischiare di rimanere lungo il percorso senza benzina. Potrebbe sembrare una consolazione, ma in realtà non lo è poiché l’asso nella manica delle power unit Hybrid è proprio l’ottimizzazione del rapporto performance-consumi e se uno va più forte bevendo addirittura di meno è sicuramente messo bene.

La gara è stata senza storia e pure un po’ noiosa, nessuno aveva voglia di fare pasticci nella passerella finale. I piloti si sono infilati nella prima curva che è molto vicino al semaforo così come scattavano sulla griglia e nella stessa posizione sono arrivati al traguardo. Raikkonen ha guadagnato una posizione accodandosi a Seb solo per l’ennesimo ritiro di Ricciardo tradito ancora una volta dalla sua Red Bull quando era saldamente quarto. Dopo alcuni gran premi ruggenti, l’olandesino Vertappen è tornato sulla terra chiudendo al quinto posto. Bella la lotta fra gli ex ferraristi Massa e Alonso nell’ultima gara della carriera in F1 del brasiliano.

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Venerdì 8 Dicembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 16:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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